Il filosofo di campagna, partitura ms. F-Pn, 1755 (Il filosofo)

210il prototipo ver de’ rispettosi,
 l’infimo de’ suoi servi generosi.
 VEZZOSA
 Signor, lei mi confonde;
 vorrei dir... ma non so...
 Per andar alla breve io tacerò.
 BELLAVITA
215Quel silenzio loquace
 quanto, quanto mi piace! Ella tacendo
 con muto favellar va rispondendo;
 ed io, che tutto intendo,
 il genio suo comprendo.
220Ella vuol favorirmi ed io m’arrendo;
 ed accetto le grazie e grazie rendo.
 VEZZOSA
 Non ne dica di più; lo so, lo credo,
 lo capisco, lo vedo.
 Ella è tutto ben fatto,
225ella è tutto gentile... (Egli è un bel matto).
 
    Io so quel che costumano
  le donne alla città.
 Due cicisbei le servono,
 un qua, l’altro di là.
230La testa sempre in giro,
 qua un vezzo e là un sospiro;
 ma tutti due li mandano...
 Voi m’intendete già.
 
    I cicisbei si credono
235di posseder quel core;
 ma un giorno poi s’avvedono
 del concepito errore
 e poscia se la battono
 con tutta civiltà.
 
 BELLAVITA
240Senta, signora mia, per dire il vero,
 io sono un cavaliero
 ameno e disinvolto.
 S’ella m’osserva in volto,
 un certo non so che vi troverà
245che s’accosta di molto alla beltà.
 Circa la grazia poi, non fo per dire,
 osservi la presenza,
 col piè sempre in cadenza,
 nelle braccia grazioso,
250nel gestir manieroso;
 si può dire ch’io sia cosa gradita;
 e poi che serve? Il conte Bellavita.
 VEZZOSA
 Già si sa, già si vede,
 la sua vita ben fatta è cosa rara;
255vezzi e grazie da lei ciascuno impara.
 Ella con favorirmi mi fa onore;
 cerimonie non fo, son di bon core.
 BELLAVITA
 Viva, viva il buon core.
 Anch’io l’affettazione
260odio nelle persone;
 parlar mi piace naturale affatto;
 perciò dal seno estratto
 il più divoto e caldo sentimento,
 trabbocca dalle labbra il mio contento.
 
265   Vezzosa aimable,
 bramo l’onore
 de vu servir;
 ma l’alma mia
 di gelosia
270fate morir.
 
    (Io già m’avvedo
 che pena e langue;
 che gran plaisir!)
 
    Beltà charmante,
275vi sono amante;
 volto ben fatto,
 per voi son matto.
 Pietà vi chiedo
 de’ miei sospir.
 
 VEZZOSA
280Non si stia a faticare;
 sempre meno dirà di quel che appare.
 Ma se tanto è grazioso,
 sarà ancor generoso.
 BELLAVITA
                                        E cosa importa?
 Dov’è grazia e beltà,
285non si ricerca generosità.
 VEZZOSA
 Signore, ei mi perdoni, in questo sbaglia.
 Un amante, ancorché bello e grazioso,
 quando si mostra avaro,
 alle donne non puote esser mai caro.
 BELLAVITA
290Dunque con i miei vezzi
 io non posso da voi sperare affetto?
 VEZZOSA
 Per me vi parlo schietto;
 se mi volete innamorar da buono,
 fate che della borsa io senta il suono.
 BELLAVITA
295Sarà dunque un amor interessato?
 VEZZOSA
 Sarà l’amor che dalle donne è usato.
 BELLAVITA
 Parmi di sentir gente. (Accennando verso la diritta)
 VEZZOSA
                                            Eh dite piano,
 poiché tengo un germano
 che piuttosto è cervello stravagante;
300se ci sente, vorrà far l’arrogante.
 BELLAVITA
 Tiriamoci più in qua. Torniamo un poco (Si ritirano su la sinistra)
 al discorso di prima.
 Per esempio, volendo
 darvi in segno d’amor, quest’orologio, (Cava un orologio)
305dite, saria opportuno?
 VEZZOSA
 Ah sì sì, ne ho perso uno (Guardandolo)
 simile appunto a quello.
 BELLAVITA
 Guardate con che grazia io vel presento! (Le dà l’orologio)
 VEZZOSA
 O che grazia gentil! Siete un portento.
 BELLAVITA
310Mi vorrete voi bene?
 VEZZOSA
                                         Uh tanto, tanto!
 BELLAVITA
 Vi piace il volto mio?
 VEZZOSA
                                         Siete un incanto.
 BELLAVITA
 
    Vezzosa gradita,
 mio dolce tesoro.
 
 VEZZOSA
 
 Per voi, Bellavita,
315io smanio, io moro.
 
 A DUE
 
 Che dolce contento
 ch’io provo, ch’io sento!
 Che brio, che beltà!
 
 BELLAVITA
 
    Ohimè sento gente. (Pauroso)
 
 VEZZOSA
 
320No no, non è niente;
 sarà mio fratello.
 
 BELLAVITA
 
 Ha poco cervello, (Come sopra)
 tremar ci farà.
 
 VEZZOSA
 
    Non tema di nulla;
325stia fermo, stia qua. (Trattenendolo)
 
 SCENA VII
 
 PARPAGNACCO e detti
 
 PARPAGNACCO
 
    Padron riverito. (Inchinandosi a Bellavita)
 
 BELLAVITA
 
 Son servo obbligato. (Inchinandosi a Parpagnacco)
 
 VEZZOSA
 
 Che gran civiltà! (All’uno e all’altro)
 
 PARPAGNACCO
 
    È tutto compito. (A Vezzosa a parte)
 
 VEZZOSA
 
330Sorella gli sono, (A Parpagnacco)
 spiacermi non sa.
 
 BELLAVITA
 
    È assai ben creato. (A Vezzosa a parte)
 
 VEZZOSA
 
 Sorella gli sono, (A Bellavita)
 spiacermi non sa.
 
 PARPAGNACCO, BELLAVITA A DUE
 
335   (Fratello più buono (Ciascuno da sé)
 di lui non si dà).
 
 VEZZOSA
 
    Perfino ch’ei parta,
 celatevi là. (A Parpagnacco a parte)
 
 PARPAGNACCO
 
 È troppa bontà.
 
 VEZZOSA
 
340   Andate in disparte, (A Bellavita a parte)
 che poi partirà.
 
 BELLAVITA
 
 È troppa bontà.
 
 PARPAGNACCO, BELLAVITA A DUE
 
    Gli son servidore; (L’uno all’altro)
 comandi, signore,
345ma con libertà. (Si ritirano)
 
 SCENA VIII
 
 VEZZOSA, poi MACCACCO, indi PARPAGNACCO e BELLAVITA che tornano
 
 VEZZOSA
 
    Oh questa sì ch’è bella!
 M’hanno creduto affé.
 
 MACCACCO
 
    Non c’è più più nessuno; (Uscendo dalla sinistra)
 or to... to... tocca a me. (Avanzandosi)
 
 VEZZOSA
 
350   (E questo bel Maccacco
 da me cosa vorrà?) (A parte)
 
 MACCACCO
 
    Mia ca... ca... ca... ca... cara.
 
 VEZZOSA
 
 Mio be... be... be... be... bello.
 
 A DUE
 
 Son qua, son qua, qua, qua.
 
 PARPAGNACCO, BELLAVITA A DUE
 
355   Un altro fratello (A Vezzosa)
 codesto ancor sarà?
 
 VEZZOSA
 
    Or sono nell’imbroglio;
 non so com’anderà.
 
 MACCACCO
 
 Son qua, son qua, qua, qua.
 
 PARPAGNACCO, BELLAVITA A DUE
 
360   Ebben, quanti fratelli (A Vezzosa)
 avete, mia signora?
 
 VEZZOSA
 
 Padroni cari e belli,
 io non ve lo so dir.
 
 PARPAGNACCO
 
    Voi siete menzognera.
365Voi siete lusinghiera.
 
 A DUE
 
 Scoperta siete già.
 
 VEZZOSA
 
    Andate, ch’io vi mando,
 andate via di qua.
 
 MACCACCO
 
 Co... cosa mai sarà?
 
 BELLAVITA, VEZZOSA, PARPAGNACCO, MACCACCO A QUATTRO
 
370   Che razza maledetta!
 Che rabbia che mi fa!
 
 MACCACCO
 
 Co... cosa mai sarà?
 
 Fine della prima parte
 
 
 PARTE SECONDA
 
 SCENA PRIMA
 
 Strada.
 
 PARPAGNACCO, BELLAVITA
 
 PARPAGNACCO
 
    Corpo di Bacco, (Nell’uscire verso la scena)
 son Parpagnacco.
 
 BELLAVITA
 
375Femmina ardita, (Nell’uscire verso la scena)
 son Bellavita.
 
 A DUE
 
 Le mie vendette
 teco vuo’ far.
 Ecco il rivale; (Incontrandosi e retrocedendo)
380lo vuo’ sfidar.
 
 BELLAVITA
 
    Ponete mano.
 
 PARPAGNACCO
 
 Fuori la spada.
 
 A DUE
 
 Brutto villano,
 ti vuo’ scannar.
 
 BELLAVITA
 
385   Alto.
 
 PARPAGNACCO
 
               Fuori la spada. (Snuda la spada)
 
 BELLAVITA
 
 Ferma. (Fa lo stesso)
 
 PARPAGNACCO
 
                  Tira,
 
 BELLAVITA
 
                              Alto.
 
 A DUE
 
 Vieni...Ah... ah... ah... (Si battono)
 Oh che poltrone! (Ciascuno da sé)
 Non sa tirar.
 
 SCENA II
 
 MACCACCO e detti
 
 MACCACCO
390Co... co... co... cosa fate?
 PARPAGNACCO
 Lasciatelo ammazzar. (A Maccacco)
 BELLAVITA
                                           Non mi tenete.
 MACCACCO
 Ammazzatevi pur quanto volete.
 PARPAGNACCO
 Ma tu pur sei rivale. (A Maccacco)
 BELLAVITA
 Tu pur Vezzosa adori. (Allo stesso)
 PARPAGNACCO
395Voglio cavarti il cor. (Avventandosi a Maccacco)
 BELLAVITA
                                        Cedila o mori.
 MACCACCO
 Eh no, cari fratelli.
 Ve la ce... ce... ce... cedo. Andar non voglio
 per quelle luci belle
 a farmi bu... bu... bu... bucar la pelle.
 BELLAVITA
400Ehi tiratevi in qua, (A Maccacco a parte)
 Ditemi in confidenza;
 siete voi di Vezzosa innamorato?
 MACCACCO
 Lo sono e non lo sono.
 Ma io son buo... buo... buono;
405non ho ge... gelosia;
 ed ho gusto d’amare in compagnia.
 PARPAGNACCO
 Ehm, ehm, signor barone, (A Maccacco a parte)
 una parola in grazia.
 MACCACCO
                                        Ve... ve... vengo.
 PARPAGNACCO
 Amate veramente
410voi pure la Vezzosa?
 MACCACCO
 Vi dirò una co... cosa; l’amo anch’io
 ma di voi non mi prendo soggezione;
 io sono un buon co... co... co... compagnone.
 BELLAVITA
 Venite qua, sentite. (A Maccacco come sopra)
415Di voi poco m’importa;
 mi basta che colui vada in malora.
 MACCACCO
 Lasciate fare a me.
 PARPAGNACCO
                                     Caro Maccacco, (Tirandolo a sé)
 non ho finito ancor.
 MACCACCO
                                       La va va lunga.
 PARPAGNACCO
 Io di voi mi contento;
420non vorrei che colui venisse qui.
 MACCACCO
 Sì.
 BELLAVITA
         Un poco di creanza, padron mio. (A Parpagnacco)
 Voglio parlare anch’io.
 PARPAGNACCO
 Quest’azione non è da cavaliero. (A Bellavita)
 MACCACCO
 Mi son venuti in coppola da vero.
 BELLAVITA
 
425   Vi prego di core (A Maccacco)
 a farmi un favore.
 Parlate a madama,
 pregate per me.
 
    Eh bene, che c’è? (A Parpagnacco)
430Che bella creanza!
 Sentite, direte (A Maccacco)
 che l’amo, l’adoro,
 ch’ell’è il mio tesoro,
 che andarle vorrei
435a far riverenza...
 Ma che impertinenza? (A Parpagnacco come sopra)
 Tiratevi in là.
 M’avete capito; (A Maccacco)
 v’aspetto poi qua.
 
 MACCACCO
440Su... su... subito vado. (Vuol partire)
 PARPAGNACCO
 Sentite ancora me. (Trattenendolo)
 MACCACCO
                                      Non po... po... posso.
 PARPAGNACCO
 Un galantuom s’ascolta.
 MACCACCO
 Mi pa... pa... parlerete un’altra volta. (Come sopra)
 PARPAGNACCO
 Una sola parola e poi andate. (Come sopra)
 MACCACCO
445V’ho inte... te... teso senza che parliate.
 
    V’ho capito, parlerò;
 voi sarete se... servito;
 il mezzan vi vi farò.
 
    Son di buon co... co... co... core,
450l’acciarin vi batterò. (Parte)
 
 SCENA III
 
 BELLAVITA, PARPAGNACCO
 
 BELLAVITA
 Veramente voi siete il bel soggetto! (Deridendosi l’un l’altro)
 PARPAGNACCO
 Oh che gentile aspetto!
 Che amabile figura!
 BELLAVITA
 Che gran caricatura!
 PARPAGNACCO
                                        Ah gobbo!
 BELLAVITA
                                                             Ah monte!
455Oh che caro marchese!
 PARPAGNACCO
                                            Oh che bel conte!
 BELLAVITA
 Che sì, che il mio bastone
 ti rompe quel gobbone.
 PARPAGNACCO
 Che sì, che sì, che con un temperino
 ti taglio quel gobbino.
 BELLAVITA
460Io timore non ho.
 PARPAGNACCO
                                   Non ho paura.
 BELLAVITA
 Faccia di bernardon.
 PARPAGNACCO
                                         Brutta figura. (Minacciandosi)
 
 SCENA IV
 
 VEZZOSA, travvestita da veneziana, e detti
 
 VEZZOSA
 Olà olà fermeve.
 Cossa diavolo feu?
 Disé, cossa gh’aveu?
465Se ve disé più roba,
 la stizza ve farà crescer la goba.
 PARPAGNACCO
 Veneziana gentil, chi siete voi?
 BELLAVITA
 Cercate voi di me?
 VEZZOSA
 Domando tutti do. Son vegnua qua,
470per parte de madama mia parona,
 a farve riverenza
 e a dirve do parole in confidenza.
 PARPAGNACCO
 Dite, dite.
 BELLAVITA
                      Parlate.
 PARPAGNACCO
 V’ascolto con diletto.
 BELLAVITA
475Mi balza il cor per l’allegria nel petto.
 VEZZOSA
 La sa che tutti do sé innamorai
 per ela spasemai. Anch’ela dise
 che sé le so raise.
 La ve vol tutti do per so morosi;
480ma ghe despiase assae che sié zelosi.
 Savé che zelosia
 dal mondo xe bandia;
 no la se usa più. Nualtre donne
 savé che la volemo a nostro modo.
485Chi ne sa secondar
 qualcosa pol sperar;
 ma chi tropo pretende e xe ostinà
 lo mandemo ben ben de là da Stra.
 Donca penseghe ben,
490o amarla in compagnia, se la ve preme,
 o andarve a far squartar tutti do insieme.
 PARPAGNACCO
 (Il dilemma va stretto). (Da sé)
 BELLAVITA
 (Non v’è la via di mezzo). (Da sé)
 PARPAGNACCO
 (O star cheto o lasciarla?)
 BELLAVITA
495(O soffrire un compagno o non amarla?)
 VEZZOSA
 (Son due pazzi a consiglio). (Da sé)
 PARPAGNACCO
 (Che faccio?)
 BELLAVITA
                            (A che m’appiglio?)
 PARPAGNACCO
 Conte. (A Bellavita)
 BELLAVITA
                 Marchese. (A Parpagnacco)
 PARPAGNACCO
                                      Che facciam noi?
 BELLAVITA
 Cosa pensate voi?
 PARPAGNACCO
500Penso che si può amare in compagnia.
 BELLAVITA
 Penso al diavol mandar la gelosia.
 VEZZOSA
 (Eccoli già cangiati.
 Affé ci son cascati).
 PARPAGNACCO
 Andate da madama... (A Vezzosa)
 BELLAVITA
505E ditele in mio nome... (A Vezzosa)
 PARPAGNACCO
 Che d’amarla con altri io mi contento.
 BELLAVITA
 Purché non lasci me, n’ami anche cento.
 VEZZOSA
 Bravi, cusì me piase,
 star da boni compagni. Za la donna
510gh’ha el cor come i meloni;
 una fetta per un contenta tutti.
 Cari i mi cari putti,
 chi crede d’esser solo se ne mente,
 che le donne d’un sol no xe contente.
 PARPAGNACCO
515Dunque andiam da madama.
 VEZZOSA
 No no, aspettela qua,
 che za la vegnirà. Lassé che vaga
 mi dalla mia parona
 a portarghe sta niova così bona.
 
520   Sieu tanto benedetti,
 oh cari quei gobbetti!
 Staremo allegramente
 in pase tra de nu.
 
    Caro quel muso,
525caro colù!
 
    Via che la vaga,
 de chi è sti mondi?
 Tutti i xe nostri,
 tutti per nu.
 
530   Caro quel gobbo,
 caro colù! (Parte)
 
 SCENA V
 
 PARPAGNACCO, BELLAVITA
 
 PARPAGNACCO
 Dunque sarem d’accordo,
 dunque anderemo insieme
 alla conversazion.
 BELLAVITA
                                   Sì, non mi preme.
535Venite da madama,
 venga il terzo ed il quarto ed anche il quinto;
 so che il merito mio sarà distinto.
 PARPAGNACCO
 Sapete, signor conte,
 perché una tal risposta
540diedi alla cameriera?
 Perché la mia maniera,
 il mio garbo, il mio tratto
 darà a voi, darà a tutti scaccomatto.
 BELLAVITA
 Veramente voi siete un bel Narciso! (Con ironia)
 PARPAGNACCO
545Oh che leggiadro viso! (Fa lo stesso)
 Che grazia avete voi!
 Lo giuro da marchese,
 siete una figurina alla chinese.
 
    Maledetta gelosia,
550gran malanno, gran pazzia,
 gran fatal bestialità.
 
    Chi è geloso... Figlio caro,
 il proverbio già si sa.
 Che si viva, che si goda
555con modestia e civiltà.
 
    Ma dal petto via il sospetto.
 Chi è geloso, sospettoso
 pazzo affatto diverrà.
 Voglio stare in allegria;
560a me piace libertà.
 
 BELLAVITA
 Cotanta impertinenza
 io soffrire non voglio.
 PARPAGNACCO
                                          Siate buono,
 che se caccio la spada un’altra volta,
 griderete pietà, soccorso invano.
 BELLAVITA
565Misero voi, s’io torno a metter mano.
 PARPAGNACCO
 Ma vien madama. (Guardando verso la scena)
 BELLAVITA
                                     Non ci vegga irati.
 PARPAGNACCO
 Lo sdegno sospendiam.
 BELLAVITA
                                             Cessino l’onte.
 PARPAGNACCO
 V’abbraccio, amico. (Lo abbraccia)
 BELLAVITA
                                        Ed io vi bacio in fronte. (Lo bacia)
 
 SCENA VI
 
 VEZZOSA nel suo primo abito e detti
 
 VEZZOSA
 Bravi, così mi piace,
570amici in buona pace.
 PARPAGNACCO
 Madama, son per voi.
 BELLAVITA
                                          Son tutto vostro.
 VEZZOSA
 Aggradisco d’ognun le grazie sue;
 ma vi voglio d’accordo tutti e due.
 PARPAGNACCO
 Io per me son contento.
 BELLAVITA
575Di farlo io non mi pento.
 
 SCENA VII
 
 MACCACCO e detti
 
 MACCACCO
                                                Ed io non scherzo.
 Se sie... sie... siete due, fa... farò il terzo.
 VEZZOSA
 Caro il mio Parpagnacco,
 contin grazioso, amabile Maccacco,
 venite tutti tre,
580che male già non v’è, mentre ne insegna
 e vuol l’odierna moda
 che il galantuom lasci godere e goda.
 PARPAGNACCO
 Io per vostro riguardo il tutto accordo.
 BELLAVITA
 Io sarò, se volete, e cieco e sordo.
 MACCACCO
585Io per farvi piacere
 vi farò da ca... ca... ca... candeliere.
 VEZZOSA
 Andiamo dunque uniti
 a cantare e ballare;
 e per divertimento
590venga ognuno a suonar qualche istromento. (Va a prendere un cambalo)
 PARPAGNACCO
 Sì, vengo e suonerò
 con madama gentil quanto potrò. (Prende un chitarrino)
 BELLAVITA
 Corpo di Bacco, anch’io
 voglio suonar con l’istromento mio. (Prende un violone)
 MACCACCO
595Ed io pur, che non sono un me... merlotto,
 voglio suo... suo... suonar il ciuffolotto. (Prende un flauto)
 PARPAGNACCO
 
    Oh bella cosa ch’è
 l’amar e non temer!
 Che amabile goder
600in buona società!
 
 BELLAVITA
 
    Che bell’amar così,
 senza tormento al cor!
 Oh che felice amor,
 che gusto ognor mi dà!
 
 MACCACCO
 
605   Ca... ca... ca... caro amor,
 be... bella libertà!
 Do... donne di bon cor,
 fa... fate carità.
 
 VEZZOSA
 
    Chi vuole amar con me
610contento ognor sarà.
 Ma pensi ognun per sé,
 ch’io voglio libertà.
 
 A QUATTRO
 
    Viva l’amore, viva il bon core,
 viva l’amarsi con libertà.
 
 BELLAVITA
 
615   Senti senti il violoncello; (Suonando)
 dice: «Viva il viso bello».
 
 PARPAGNACCO
 
 Senti, senti il chitarrino; (Suonando)
 dice: «Viva il dio bambino».
 
 MACCACCO
 
 Sen... sen... senti il ciuffoletto; (Suonando)
620dice: «Viva quel visetto».
 
 VEZZOSA
 
 Ed il cembalo, senti senti; (Suonando)
 dice: «Vivano i tre contenti».
 
 A QUATTRO
 
    Viva, viva l’allegria.
 Bell’amarsi in compagnia.
625Che piacer che al cor mi dà
 questa cara libertà.
 
 Fine
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 LA FAVOLA DE’ TRE GOBBI
 
    Ingermezzo.
    [Venezia, Agostino Savioli, 1780]
 
 INTERLOCUTORI
 
 MADAMA VEZZOSA
 IL MARCHESE PARPAGNACCO
 IL CONTE BELAVITA
 IL BARON MACACCO TARTAGLIA
 
 
 Amico lettore,
    la mia benemerita signora nonna, quand’io ero bambino, mi raccontava delle novelle, o siano fole, che in veneziano si dicon fiabe. Fra l’altre mi raccontò parecchie volte quella bellissima de’ tre gobbi che poi mi è sempre restata in mente e che ora ho scelta per argomento del presente intermezzo. Questa novella, o sia fiaba, dovrebb’essere a tutti nota, poiché quasi da tutti si rammemora allora specialmente che, non avendo in pronto materia su cui ragionare, suol dirsi: «Raccontiamoci quella de’ tre gobbi». Ciò nonostante non essendo ella stata in que’ tempi da valente uomo a perpetua memoria scritta e registrata, si è quasi smarita la tradizione, conservata felicemente dalla mia sudetta signora nonna. Vi è chi ha preteso ravvivarla nelle Novelle arabe ma quella non è la legittima, mentre, molto prima che uscissero alla luce tali novelle, passava per bocca delle donne e dei bambini La favola dei tre gobbi. Mi diceva dunque la buona vecchia così: «Era una volta una certa donna, chiamata Vezzosa, della quale erano innamorati tre gobbi; e così...» Ma che occorre che mi vada faticando a narrarla in prosa, s’ella è già scritta in versi. Chi vuol sapere La favola dei tre gobbi legga il mio intermezzo; e chi non crede che questa sia la vera esca fuori con altra tradizione tanto autentica quanto la mia e mi rimproveri di mendace. Tre gobbi innamorati di una donna! Oh bella favola! Una donna adesca tre uomini! Oh bella istoria!
 
 
 PARTE PRIMA
 
 Camera con due porte.
 
 Madama VEZZOSA con un servitore
 
 MADAMA
 
    Sì, so, non replicar,
 tutti muoiono per me;
 poverini! Sai perché?
 
    Perch’io sono la Vezzosa,
5tutta grazia e spiritosa.
 Che! Tu ridi? Ignorantaccio!
 Chiedi a tutta la città
 se dich’io la verità.
 
 Per tutte le botteghe
10so che di me si parla,
 per le vie, per le piazze e per le case;
 in ogn’angolo alfin della città
 non si fa che parlar di mia beltà.
 Io però non son pazza;
15non mi fo vaggheggiar per ambizione;
 non cerco cicisbei belli e graziosi
 ma ricchi, di buon core e generosi.
 So che la gioventù passa e non dura,
 onde chi non procura
20per tempo stabilir la sua fortuna
 arriva la vecchiezza
 ed allora può dirsi: «Addio bellezza». (Torna il servo e gli parla piano)
 Come! Chi è! Il marchese Parpagnacco;
 venga, venga, è padrone. (Parte il servo)
25Costui fa il signorone,
 benché nato villan ma non importa;
 in oggi chi ha denaro in quantità
 porta nel suo taschin la nobiltà. (Vien il marchese Parpagnacco)
 PARPAGNACCO
 Riverente m’inchino
30a quella bella grazia
 che di farmi languir non è mai sazia.
 MADAMA
 Io faccio riverenza
 a quei vezzosi rai
 che di farmi penar non cessan mai.
 PARPAGNACCO
35Ah madama Vezzosa,
 siete molto graziosa!
 MADAMA
 Ah Parpagnacco mio,
 siete tutto bellezza e tutto brio!
 PARPAGNACCO
 Non dico per lodarmi
40ma dacché son marchese
 faccio meravigliar tutto il paese.
 Quand’ero alla montagna
 d’essere mi pareva un contadino,
 ora d’esser mi pare un ballarino.
 MADAMA
45Certo che un uomo siete
 veramente ben fatto.
 V’è un certo non so che dietro la schiena;
 ma è una cosa da niente e non dà pena.
 PARPAGNACCO
 Sì, vi dirò il perché, come ricolma
50di pesanti pensieri ho la mia mente
 par che il dorso s’incurvi e non è niente.
 MADAMA
 Niente, niente, signor, lo dico anch’io.
 Anzi grazia gli dà quel monticello
 e poi chi ha del dinaro è sempre bello.
 PARPAGNACCO
55Denar? Voi lo sapete,
 feudi, ville, campagne,
 palazzi, servitù, sedie e carrozze,
 ori, argenti, diamanti e ricche spoglie
 non mi mancano mai. Voi lo sapete,
60io possiedo un tesoro.
 MADAMA
 (Certamente ha costui la gobba d’oro).
 PARPAGNACCO
 Una cosa mi manca.
 MADAMA
                                        E cosa è mai?
 Lei ha feudi e campagne,
 palazzi, servitù, sedie e carrozze,
65ori, argenti, diamanti e ricche spoglie.
 PARPAGNACCO
 Mi manca... lo dirò... una bella moglie.
 MADAMA
 Ritrovarla conviene; una tal donna
 sarà ben fortunata.
 Se la trovi, signore.
 PARPAGNACCO
                                      Io l’ho trovata.
 MADAMA
70E chi è mai? E chi è mai? Sarà sicuro
 giovine, com’è lei, graziosa e bella.
 PARPAGNACCO
 Lo volete saper? Voi siete quella.
 MADAMA
 Io? Da vero! Lo credo! Oh me felice!
 Oh che sorte! Oh che grazia! Oh che contento,
75quasi impazzir dall’allegria mi sento.
 (Se mi credi, minchion, la sbagli affé.
 Voglio la borsa tua, non voglio te).
 PARPAGNACCO
 Questa vostra allegrezza
 m’empie il cor di dolcezza;
80sudo, smanio e deliro;
 rido per il contento e poi sospiro.
 
    Quegli occhietti belli belli
 m’hanno fatto innamorar;
 quei labretti cari cari
85mi potrebber consolar.
 Quel ch’io vedo e ch’io non vedo
 mi fa sempre sospirar.
 
    Occhi vezzosi,
 labbri amorosi,
90via non mi fate
 più delirar.
 
    Di penar son ormai stracco,
 del mio mal chiedo pietà.
 Il marchese Parpagnacco
95di madama ognor sarà.
 
    Sì, vezzosetta,
 cara, caretta,
 non saprei... non vorrei...
 che m’avessi ad ingannar.
 
 MADAMA
100Io ingannarvi, signor? Mi meraviglio,
 in casa mia non vien nessun al mondo!
 Io non sono di quelle... Eh faccia grazia,
 dove ha comprato mai quel bel diamante,
 spiritoso e brillante?
105Certamente è un incanto!
 PARPAGNACCO
 Le piace?
 MADAMA
                     Signorsì, mi piace tanto.
 PARPAGNACCO
 Padrona.
 MADAMA
                    Meraviglio.
 PARPAGNACCO
                                           Eh via.
 MADAMA
                                                           No certo.
 PARPAGNACCO
 Mi fa torto.
 MADAMA
                        Ma poi... Non vo’, non vo’.
 PARPAGNACCO
 Eh lo prenda...
 MADAMA
                              Via, via, lo prendarò...
 PARPAGNACCO
110Dunque, mia cara sposa... (Viene il servo)
 MADAMA
                                                   Con licenza,
 il barone Macacco
 mi viene a visitar? Non so che dire,
 farlo indietro tornar non è creanza.
 Venga pur, ch’io l’attendo in questa stanza. (Parte il servo)
115Oh gioia mia diletta,
 son imbrogliata assai. Vien mio fratello,
 uomo senza cervello e assai manesco,
 se vi vede con me voi state fresco.
 PARPAGNACCO
 Dunque che deggio far?
 MADAMA
                                              Io vi consiglio,
120per fuggir il periglio,
 nascondervi colà.
 PARPAGNACCO
                                  Poi, se mi trova?
 MADAMA
 Lasciate far a me.
 Difendervi prometto.
 PARPAGNACCO
 Che mi spiani la gobba io già m’aspetto. (Si ritira in una camera)
 MADAMA
125Vi vuol un po’ d’ingegno
 a far l’amor con questo e con quell’altro
 e vi vuol pronto labbro ed occhio scaltro. (Viene il Macacco)
 MACACCO
 Ma... ma... ma... ma... ma... ma... ma... ma... madama
 vi chie... chiedo perdono.
 MADAMA
130Del barone Macacco io serva sono.
 MACACCO
 Cosa fa... fa... fa... fate?
 MADAMA
 Io sto be... be... be... bene.
 MACACCO
 Non mi co... co... co... co... co... corbellate.
 MADAMA
 Pensi lei; signorsì,
135parl’anch’io qualche volta co... così.
 MACACCO
 Io son inna... na... na... na... na... namorato
 di voi, mia be... be... bella,
 viver non po... po... posso
 senza chia... chia... chia... chia... chiamar aita
140da voi che che che siete la mia vita.
 MADAMA
 (Che ti venga la rabbia.
 Oh che bella figura!
 Questo può dirsi un mostro di natura).
 MACACCO
 Le raga... ga... ga... ga... gazze
145mi co... co... co... corron dietro.
 Vorriano ch’io fo... fo... fo... fo... follemente